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  • Redazione

La Scienza a Teatro con SUL NASCERE


Dopo la pubblicazione nel dicembre de 2016 del libro “SUL NASCERE” di Carolina Sellitto, nell’aprile del 2018 C1V porta l’opera sul palco con la prima a Roma nell’originario format teatrale, interpretato da Fabio Brescia (unico attore per cinque personaggi), diretto dal regista internazionale Mark Pattenden e prodotto dall'editrice Cinzia Tocci di C1V Edizioni.


SUL NASCERE fonde il mondo della Scienza con il mondo del Teatro. Le sette lezioni illustrate del Prof. Andrea Pozzi sono lo scenario durante il quale il pubblico, che rappresenta gli studenti universitari di medicina, incontra anche altri personaggi che ruotano intorno al mondo della fecondazione assistita. Un mondo fatto di persone, storie, emozioni, scienza, vita.

Tra una lezione e l’altra si alternano Serena e Luca, una coppia che non riesce ad avere figli, l’infermiera, l’embriologo. Ne emerge un universo di potenti sensazioni contrapposte alla necessità della natura stessa di riprodurre la vita, come anche alla necessità della morte, per lasciare la strada alle nuove generazioni.


Emblematica la figura dell'embriologo (in foto: Carolina Sellitto) nel processo della fecondazione assistita, così come emerge da SUL NASCERE: "E se i corpi di coloro che vengono qui non ce la fanno a fare un bimbo, li aiuterà il mio corpo, li aiuteranno le mie mani. A nulla servirebbe la mia simpatia o la mia comprensione che aiuterebbe il suo cervello, ma non servirebbe a darle quello che lei chiede. A nulla servirebbero le mie parole: l'ovocita è un corpo, lo spermatozoo è un corpo e non possono ascoltare né le mie parole né i miei desideri. Io posso parlare con loro solo con le mie mani, utilizzando strumenti e manopole. Solo le mani: fredde, come quelle di un killer. Attente, come quelle di un assassino che non voglia lasciare tracce. C'è una sola differenza tra le mie mani e le mani di un assassino: più saranno spietate, le mie mani, più saranno in grado di dare la vita. Anziché toglierla. Io non possono tremare, e le mie mani non possono sbagliare. Un errore, significherebbe solo dolore".


Con un inatteso finale, SUL NASCERE offre un messaggio importante, spesso scontato o a cui non si pensa. Ma, soprattutto, quest’opera così intrigante e potente rappresenta una celebrazione della vita. Come dice il Prof. Pozzi: "Perché c’è una Vita che nasce nel grembo, c’è una Vita che io stesso ho contribuito a far nascere in provetta, e poi c’è la Vita: nella strada, tra le voci della gente, tra le pareti di casa, nelle cose che avevi deciso di fare".

La standing ovation finale del pubblico testimonia il grande successo, grazie al mix di interpretazione, regia, testi, che rendono questo spettacolo unico e sorprendente. Prima di quest’opera la scienza non era mai stata portata al pubblico in un modo così coinvolgente e con una tematica così attuale come la fecondazione assistita. Anche l’ambientazione è particolare e permette di essere rappresentata non solo a teatro ma anche nelle aule universitarie e nelle sale di congressi e convegni.

Durante il recente congresso CNMP 2018 lo spettacolo è stato rappresentato nella stessa sede del congresso, nella serata di gala del 7 aprile. Guarda un estratto dello spettacolo:



"C1V ha capito in anticipo il futuro dell’Editoria" dichiara l'autrice di Sul Nascere, la dottoressa Carolina Sellitto, biologa e embriologa, che ha scritto questo testo "per il bisogno di rispondere a mie domande personali. In più volevo promuovere la Scienza e fare contemporaneamente un omaggio all’Arte. Quando ho visto tutto il pubblico alzarsi in piedi ho pensato: ce l’ho fatta. Il mio sogno ora è che diventi un musical. Danzare e cantare su un argomento scientifico e emotivo come questo penso dia un risultato spettacolare".


Allargando il proprio campo editoriale, dalla produzione di libri a quella di spettacoli teatrali, con Sul Nascere, C1V Edizioni porta la scienza al pubblico dei “non addetti” attraverso il palco e il libro, con l'obiettivo di avvicinare in modo originale le persone comuni al mondo e al metodo scientifico e contribuire alla diffusione della conoscenza. Dunque, per la crescita non solo personale ma anche sociale.

Afferma l'attore Fabio Brescia: "Ogni spettacolo mi lascia l’interiorità del personaggio che interpreto. Sul Nascere oltre a questo mi ha lasciato una serie di riflessioni utilissime sul senso del mio lavoro, sul rapporto tra arte e scienza, sulla fragilità degli equilibri su cui si fonda la vita". A lui abbiamo chiesto quale fosse il personaggio dei cinque preferito: "Essere Andrea Pozzi è stato bello e doloroso. Gli altri personaggi li ho “fatti”, nel senso che li ho riprodotti secondo il punto di vista di Andrea. Ma il professore si è realmente impossessato di me come solo pochi personaggi riescono a fare. Diciamo che l’approccio con Andrea è stato più interiore, mentre quello con gli altri personaggi è stato più esteriore. Senza dubbio Andrea è stato quello che ho preferito, anche a livello tecnico, attoriale, drammaturgico, poiché può sopravvivere senza gli altri".


Qui il punto di vista del regista:

Sul Nascere – A Director’s perspective

I was immediately drawn to the script on first reading, as Sul Nascere is a play that invites a special relationship between audience and actor. I have always believed that theatre should provide an experience for an audience that is different from film or television. If a play has a realistic scenic setting and the actors ignore the presence of the audience by never breaking the "fourth Wall" of the proscenium arch, then often that play is likely to make just as good a film or TV Drama.

Sul Nascere , with its structure inviting the audience to enter into the play by acting as imaginary university students, in a series of lectures, and combining scientific knowledge, with the drama of human emotions and situations, challenges the audience to engage in a special relationship with the play and the actor. In that sense it fulfils the main social function of theatre, which is not merely to entertain, but also to challenge perceptions and educate the audience into understanding the world we live in.

My first job as director was to find and cast an actor sufficiently versatile to play all five roles in the play and who had the stage presence to hold an audience in the palm of his hand for an hour, on stage alone. I had long been an admirer of the Neapolitan actor Fabio Brescia and could not believe my luck when I approached him and he agreed to join the project. Another big advantage of worki